Chiara un’atleta di grande passione che vive la ginnastica e l’allenamento come gioia e divertimento puro come si sente in questi giorni. Come stai vivendo questa esperienza così particolare?

È una situazione difficile per tutti, siamo abituati ad essere “animali liberi” e ora ci sentiamo tutti un po’ come in gabbia, ma questo non può far altro che farci capire ancora di più l’importanza della parola “libertà”.

Sto approfittando del momento per prendermi un po’ cura di me stessa e per studiare, ovviamente, sempre tenendomi in allenamento! Spero che questa situazione finisca al più presto e che si possa ritornare velocemente alla normalità… sono sicura che tutti ripartiremo come rinnovati e ancora più forti di prima!

Chiara un’atleta di eccezione potente e versatile la tua caratteristica più grande saper trascinare il pubblico e la giuria con la tua espressività. A cosa devi questo tuo pregio secondo te?

Fin da piccola ho sempre usato la ginnastica come un modo per comunicare e dimostrare agli altri quello che ero;

Crescendo mi sono resa conto che così facendo non solo stavo bene io ma potevo trasmettere qualcosa anche a chi era sugli spalti e magari a qualche bambina che mi guardava… la mia passione per questo sport è nata proprio così, guardando una ginnasta che mi trascinava tantissimo, quindi spero che questo possa accadere anche a tante altre bimbe.

Dall’inizio della tua carriera lunghissima un escalation di successi.
Quale la gara più cara per te? La più esaltante?

Sceglierne una é impossibile… Ci sono gare che ricorderó per sempre, non tanto per il risultato quanto per il percorso fatto per arrivare lí come la mia prima Serie A nel 2015, il Nazionale del 2017, gli Assoluti del 2017-2018-2019, la World challenge Cup a Portiamo, i tornei internazionali di Italia-Spagna e Budapest, la serie A spagnola (spettacolareee)…

Un’ altra cosa che ha segnato non solo la mia carriera ginnica ma proprio la mia vita é sicuramente stata l’esperienza con la squadra Nazionale… É stato qualcosa di unico che non saprei minimamente da dove cominciare a descrivere.

La sensazione peggiore?

Non riuscire ad allenarsi come si vorrebbe a causa di dolori/ infortuni o fattori psicologici che influenzano anche il tuo modo di essere in palestra.

Ne approfitto per ringraziare le mie allenatrici, la mia famiglia, le mie compagne e chi mi é stato vicino per avermi sempre sopportata e supportata.

Ti ricordi l’esordio come l’hai vissuto?

Mi ricordo benissimo quel giorno e mi ricordo benissimo il lavoro di tutta l’estate per arrivare a quello che era il mio obiettivo più grande; entrai per la prima volta in serie A nel 2015 con la fune, con la stessa musica con cui entrai nel 2008 al corpo libero alla mia prima gara.

Coincidenze o no, quell’anno per me fu davvero (come di dice Jovanotti) “l’inizio di una nuova era”. Da quel momento ho davvero capito la professionalità con cui stavo facendo il mio sport… Eravamo una squadra davvero unita, ovviamente ognuna con i suoi difetti, ma prima di entrare in pedana riuscivamo a trasmetterci una forza e una fiducia incredibile tramite un solo sguardo; credevamo tutte l’una nell’altra e ci supportavamo sempre negli allenamenti e nelle giornate no.

La GR è stata una parte importante della tua crescita come persona?

Assolutamente si. Non ho mai avuto rimpianti sulle scelte fatte riguardo a questo sport.

Mi ha insegnato ad apprezzare il valore delle cose e soprattutto delle persone…

Credo che i legami creati in una palestra siano davvero unici e senza dubbio i piú “veri”, i piú speciali!

La ginnastica mi ha insegnato a rispettare e ad aiutare gli altri, a conoscere me stessa, a vedere le cose a 360°, a sapere fare delle scelte, a rialzarmi guardando oltre, ma soprattutto, mi ha aiutata tantissimo nei momenti di difficoltà e per questo gliene saró sempre grata.

Chiara vivi benissimo la tua giovinezza di 19 anni, si vede da come lavori. Ti senti diversa dalle coetanee?

Sinceramente adesso non mi sento troppo diversa; certo, un po’ si… sia perché trascorro molto tempo in palestra sia perché comunque quando sono fuori cerco di mantenere sempre una mentalità da atleta in quanto ho delle responsabilità ed è giusto che sia così, ma comunque ho una vita più che normale.

In passato ho avuto qualche momento di difficoltà in tal senso perché dovevo ancora trovare la giusta via di mezzo, ma una volta capito che la parola chiave era “organizzazione” non ho avuto più problemi.

Per chi ci guarda da fuori questo non è altro che un mondo di pazzi e tutto sommato forse è anche un po’ vero, ma chi non lo prova sulla propria pelle non può capire e non sa quanto questo sport può dare in cambio.

Cosa consigli alle giovanissime ginnaste?

Consiglio alle più piccole di allenarsi cercando di dare sempre il proprio massimo, cercando di imitare quello che più le colpisce delle ginnaste più grandi e cercando di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo seguendo sempre chi ha più esperienza, nonché le proprie allenatrici.

Consiglio inoltre di provare a rendere i propri difetti veri e propri punti di forza; nessuno è perfetto e mai nessuno lo sarà, ma non esiste un limite al miglioramento e ogni nostra debolezza possiamo imparare a gestirla e a mascherarla.

Altra cosa che non smetterò mai di dire è: Non smettete questo sport per critiche altrui (solo voi potete realmente giudicarvi, perché solo voi sapete il vostro percorso), non smettete perché non vi sentite all’altezza e non smettete per paura di dover rinunciare alla “vita fuori” perché non è assolutamente vero che non è possibile conciliare le due cose.

Continuate fino a quando questo sport riuscirà, nonostante la fatica, a farvi in qualche modo divertire e soprattutto a farvi stare bene con voi stesse più di qualunque altra cosa…

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